
Il Jurassic World di Bayona approda al cinema
Che i dinosauri, in qualità di protagonisti cinematografici, siano fonte di interesse per il grande pubblico è ormai praticamente assodato: i ruggiti dei lucertoloni preistorici sono garanzia di richiamo per gli spettatori proprio come il canto delle sirene lo era per Odisseo e compagni. Peccato, però, che ormai quel richiamo paia essere sempre più prevedibile, e buona parte di quello che viene offerto allo spettatore sulle avventure di questi antichi animali ha un sapore di déjà-vu, di già visto. È questo il caso di Jurassic World – Il regno distrutto, lungometraggio diretto dal regista spagnolo Juan Antonio Bayona, e secondo capitolo della nuova trilogia liberamente ispirata al romanzo di Michael Crichton del 1990. Il film, infatti, nonostante inizialmente si sia posto come obiettivi degli ottimi propositi – tra i quali cercare di apportare una ventata di aria nuova all’interno dell’intero franchise, e soprattutto di superare per riuscita il primo episodio della trilogia diretto da Colin Trevorrow (che aveva fatto storcere il naso a critici e fan della saga) –, non è riuscito a mantenere tutte le promesse. Cosa dunque di questo nuovo capitolo può essere promosso e cosa invece merita di essere bocciato o quanto meno rimandato?
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L’articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2018 sul sito http://inchiostro.unipv.it
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