
“The Pride”: diventare sé stessi
In uno spettacolo in cui è impossibile dire chi sia il protagonista principale colui che ruba la scena e si impone come presenza precipua è il tempo. È lui il vero protagonista: lo scorrere del tempo, il tempo che trasforma la società, il tempo che cambia le mode e i costumi, il tempo che fugge, il tempo che sembra tornare.
The pride ci racconta due storie che si sviluppano parallelamente, due vicende di tempi lontani tra loro, distanti ben cinquantasette anni ma con profondi echi, richiami, collegamenti. Un intreccio costante e impossibile da districare. I protagonisti delle due storie sono persone diverse, inizialmente sembrano non avere nulla in comune ma inoltrandosi nelle vicende e conoscendone gli sviluppi si scopre come i personaggi, che portano persino lo stesso nome (e sono interpretati dagli stessi attori), siano accomunati da qualcosa di profondo: un legame di ricorrenze caratteriali, di emozioni, di sensazioni, di problemi, di tormenti interiori, di incertezze, di identità sessuali inespresse. I personaggi di una storia sono le proiezioni dei protagonisti dell’altra, le vicende parallele si rivelano essere una sorta di medesimo accaduto.
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L’articolo è stato pubblicato il 6 dicembre 2016 sul sito http://inchiostro.unipv.it/
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