
E tu come stai? – Insorgiamo con GKN
La mattina del 9 luglio 2021, con una comunicazione via mail, i proprietari della Gkn Driveline di Firenze annunciano senza preavviso la chiusura della produzione. L’azienda licenzia in blocco tutti i 422 operai, dopo aver concesso una giornata di permesso collettivo. Nel giro di pochi minuti, i lavoratori accorrono allo stabilimento di via Fratelli Cervi a Campi Bisenzio, alle porte di Firenze, insieme ai dipendenti delle ditte d’appalto. Gli operai riescono a entrare nella fabbrica e danno avvio a un’assemblea permanente.
E tu come stai? è il racconto di una delle più grandi mobilitazioni operaie degli ultimi anni in Italia. Il documentario di Filippo Maria Gori e Lorenzo Enrico Gori con Collettivo di fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze, co-prodotto da Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e Istituto Ernesto de Martino, ripercorre la lotta fin dai primi minuti, dalle porte dei cancelli sorvegliati dagli addetti alla sicurezza in quella fatidica mattina d’estate, fino al grande corteo di piazza del 26 marzo.

“Insorgiamo”, motto partigiano fiorentino, diventa la loro parola d’ordine e un sentire comune, necessario a superare i continui ostacoli e raggiri, e districarsi dalle maglie di calcoli politici e finanziari calati dall’alto. Presentato nell’ambito del Festival dei Popoli 2022, il film è non solo testimonianza, ma anche monito della fragilità dei diritti dei lavoratori nel nostro paese e monumento alla dignità della lotta del Collettivo e, in prospettiva, della lotta di classe: «Ci siamo chiesti a lungo durante tutta questa lotta se saremmo stati cronaca o storia. Se saremmo stati la cronaca di una delle tante storie di licenziamenti di questo paese o la storia di una vittoria quasi impossibile. La verità è che la cronaca si misura in giorni e la storia in anni. E questa domanda non avrà probabilmente una riposta univoca e chiara per molto tempo. Allo stesso modo, che questo documentario sia la cronaca di questa lotta o un piccolo strumento per farne storia, lo vedremo negli anni. E forse lo rivedranno tra anni. Vada come vada, in fondo, un documentario di classe e sulla classe è sempre un piccolo grande avvenimento storico».
La lotta di GKN si svela essere non solo uno strumento di difesa ma anche un modo diverso di intendere la vita, dove prendersi cura degli altri costituisce il primo passo per la cura di sé. «Le prime interviste, i primi cortei coi loro comizi e le prime assemblee che filmavamo sembravano tutte quante dirci all’unisono la stessa cosa: noi stiamo così, e voi come state? – dichiarano i registi – Nel descriverci cosa fosse successo, i racconti degli operai non erano mai autoreferenziali. La priorità era sempre quella di connettere le proprie esperienze a quelle degli altri. I loro problemi erano anche nostri, così come i nostri erano loro. Non perché quei posti di lavoro ci riguardassero in prima persona, bensì in quanto persone affezionate al proprio lavoro. Capire questo ragionamento, farlo proprio, era la prima e più cruciale condizione necessaria per sviluppare il progetto che, dopo pochi giorni trascorsi col Collettivo, decidemmo di avviare: non più solo una raccolta di materiali di ricerca e archivio, bensì la realizzazione di un film documentario».

Dal 31 marzo al 2 aprile, presso il presidio GKN di Campi Bisenzio – organizzato da Edizioni Alegre e dal Collettivo di fabbrica, in collaborazione con Arci Firenze e diretto da Alberto Prunetti – si terrà il primo Festival italiano di letteratura working class: tre giorni dedicati alla letteratura operaia, lì dove i lavoratori e le lavoratrici sono in lotta. Il tutto è stato possibile grazie al sostegno di oltre 300 sostenitori del crowdfunding e il contributo militante di relatrici e relatori. Non a caso, sul comunicato stampa della GKN si legge: «ogni anno si parla delle persone che non comprano libri in Italia. Ma siamo sicuri che l’industria editoriale pubblichi libri in grado di parlare a queste persone facilmente denigrate come ignoranti? Noi crediamo che ci siano voci non ascoltate adeguatamente e persone con esigenze di lettura diverse da quelle presenti negli scaffali della grande distribuzione».

A lungo liquidata come un’anticaglia del passato, negli ultimi anni la classe è tornata come categoria che attraversa la letteratura, dai memoir ai romanzi di fiction, intersecandosi con le tematiche di genere e razza. Nonostante questo l’editoria e la critica letteraria mainstream continua a non dare alle autrici e autori working class lo spazio e la dignità culturale che meritano. Ogni anno si parla delle persone che non comprano libri in Italia. Ma siamo sicuri che l’industria editoriale pubblichi libri in grado di parlare a queste persone facilmente denigrate come ignoranti? Noi crediamo che ci siano voci non ascoltate adeguatamente e persone con esigenze di lettura diverse da quelle presenti negli scaffali della grande distribuzione.
Lo scopo del Festival di Letteratura Working Class è contribuire a creare un nuovo immaginario di classe e a dare il giusto peso culturale ad autori e autrici che hanno trattato temi come la provenienza e le ferite di classe, il lavoro oppresso e le sue lotte, gli infortuni professionali, l’orgoglio di essere nati in famiglie operaie. E al contempo sostenere concretamente la cassa di resistenza del Collettivo di Gkn, impegnata da quasi due anni in una strenua resistenza per salvare una fabbrica cruciale del territorio. Saranno ospiti importanti autori da Alberto Prunetti a Wu Ming 1, da Anthony Cartwright a Cash Carraway, da Salvatore Cannavò a Simona Baldanzi e tanti altri. Qui il programma della tre giorni a Campi Bisenzio.
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