
EdTV – Di quando Matthew McConaughey faceva lo streamer
Forse non tutti sanno che, ben 15 anni prima dell’uscita di True Detective, Matthew McConaughey e Woody Harrelson hanno recitato da protagonisti in EdTV, commedia del 1999 diretta da Ron Howard che ironizza sul mondo dei media. Abbiamo deciso di riguardare questo film proprio oggi in cui Twitch, la famosissima piattaforma di livestreaming, compie gli anni spegnendo ben undici candeline.

I punti di contatto che legano questo film a Twitch sono molti e tra i più inaspettati: gli attribuiamo infatti il merito di aver anticipato sotto diversi aspetti il fenomeno dei live streamer, e cioè di quei content creator che spesso ad un livello amatoriale intrattengono gli utenti con contenuti in diretta. Dal giocare con i videogiochi al cucinare, dal passeggiare in centro al fare semplicemente quattro chiacchere dalla loro cameretta, questi contenuti coincidono perlopiù con comunissime attività quotidiane.
Se questa del live streamer è una realtà che proprio con Twitch ha preso sempre più piede, anni prima che la piattaforma venisse lanciata il film EdTV metteva in scena Ed, il commesso di un videonoleggio la cui vita estremamente ordinaria inizia ad essere ripresa in diretta e per tutto il giorno da un emittente tv.

Ed “va in live” ben prima che piattaforme come Youtube e Twitch potessero permettergli di farlo, e al pari di una stream di oggi anche la sua trasmissione consisteva semplicemente nel riprendere le sue attività quotidiane «senza copione, senza attori e senza montaggio». È allora molto interessante osservare come questo film degli anni ‘90 anticipi situazioni e dinamiche proprie dei nostri tempi digitalizzati e ci parli degli effetti di quell’iperesposizione mediatica a cui oggi molte “persone comuni” volentieri si sottopongono.

È ad esempio divertentissimo osservare con quanta precisione EdTV colga molti aspetti appartenenti alla realtà degli streamer odierni: si prenda la scena in cui si espongono i paletti della rete televisiva che molto si avvicinano alle regole della community di Twitch (non ci possono essere riprese di lui che va in bagno o che fa l’amore, vanno bene però le pomiciate), la scena in cui Ed riceve tra la posta degli ammiratori la foto di un pene o le scene in cui gli spettatori – simili agli utenti in rete – criticano gli eventi, fanno il tifo o avviano shitstorm su chi non gli va a genio (come nel film accade alla povera Shari).
Fine live
Di fare lo streamer, però, Ed non ne ha molta voglia: smette ben presto di tollerare queste intromissioni nella sua privacy e torna a desiderare la vecchia vita senza telecamere. Stare in live tutto il giorno tutti i giorni (come pure nella vita reale qualcuno ha provato a fare) gli risulta alienante: si accorge infatti che l’iperesposizione mediatica sancisce la fine della sua vita “normale” e l’inizio di una vita stereotipica, forzatamente spettacolarizzata e sempre più inautentica, il tutto al solo scopo di assecondare i fan e accrescere il bacino degli spettatori.

Se questa live continua gli ha portato una fama insperata (e un mucchio di soldi tramite gli sponsor), Ed realizza che il prezzo troppo alto da pagare è quello della sua stessa intimità. Lo vediamo ad esempio impossibilitato a relazionarsi con i suoi amici e familiari, che non riescono ad essere naturali in sua presenza sapendo delle migliaia di spettatori sintonizzati ad ascoltare ogni loro parola.
Quando allora la situazione diventa intollerabile, sceglierà di rompere con l’emittente televisiva infrangendo a suo modo quelle che oggi chiameremmo le “norme della community”, in un finale che lasciamo scoprire a chi non avesse ancora visto il film.

Se pure non rientrerà tra i migliori film di McConaughey e Harrelson, EdTV merita comunque di essere ricordato come un’eccellente satira (ancora attualissima) sul mito della celebrità. Merito del film è sicuramente quello di aver saputo catturare il mutamento di paradigma della fama che proprio negli anni ’90, con l’esplodere dei reality show a la Grande fratello, prende avvio: la gente dal diventare famosa perché speciale ora diventa speciale perché è famosa, soltanto apparendo davanti ad una telecamera.
Senza mai assumere scontate posizioni moralizzanti, EdTV non giudica questo modo di fare intrattenimento; vuole essere semmai un monito a tutti coloro che rendono a tal punto pubblica la loro vita privata da rischiare di perdere il contatto con la realtà. Mai avvertimento fu più previdente: se negli anni ’90 questa iperesposizione mediatica era comunque appannaggio di pochi e ottenibile solo con produzioni televisive alle spalle, sappiamo benissimo come oggigiorno sia una realtà (e un rischio) alla portata di tutti in virtù delle innumerevoli piattaforme social nate nel mentre – e che di sicuro non si limitano a Twitch.
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