
Undone: l’avventura fantastica di una mente schizofrenica
Undone è una miniserie animata, ideata dagli stessi creatori di BoJack Horseman, che ipnotizza immediatamente lo spettatore per il suo stile visivo insolito e perturbante. Immagini surreali che si accompagnano a una storia dai tratti altrettanto visionari. «Quando ho letto il copione di Undone mi sono subito reso conto che potevamo realizzarlo solo con il rotoscoping» racconta il regista, Hisko Hulsing, nel video extra L’Evoluzione di Undone, disponibile su Amazon Prime Video.
Il rotoscoping è una tecnica di animazione che consiste nel disegnare su un video girato precedentemente con attori veri. I volti dei personaggi, in questo modo, sono arricchiti di moltissime sfumature espressive ed è possibile, facendo vibrare leggermente i contorni delle figure, donare alle immagini un aspetto surreale.
Non può che essere quindi la tecnica più adatta alla realizzazione di Undone, i cui temi centrali sono la sospetta schizofrenia della protagonista Alma e la difficoltà di distinzione tra realtà e allucinazione che caratterizza questa patologia. In seguito ad un incidente stradale, Alma inizia a percepire la realtà in modo alterato e ha l’impressione di viaggiare continuamente nel tempo contro la propria volontà: un alternarsi senza sosta di sogno e realtà. In questi viaggi immaginari Alma comunica con il fantasma del padre, ex fisico quantistico, che le chiede di indagare sulle vere cause della sua morte misteriosa e la istruisce su teorie scientifiche sullo spaziotempo e antiche tradizioni sciamaniche.
Le ragioni per vedere Undone sono molte. Oltre ad essere visivamente interessante, i temi sono approfonditi con sottigliezza. Gli autori sembrano conoscere bene i sintomi della schizofrenia e ragionano in modo acuto sulle molteplici cause (sociali, familiari, culturali e genetiche) che la determinano. Sono capaci, inoltre, di dipingere le relazioni e i personaggi in modo non scontato. I legami affettivi vengono percepiti come gabbie e rappresentati nella loro ambivalenza: nelle loro pieghe si annidano gelosie, rancori e segnali contraddittori. Alma, poi, è un personaggio che può suggerire diversi spunti di riflessione, immagine di una generazione cinica, disillusa e annoiata nonché specchio della necessità di evasione da un mondo nel quale ci si sente incapaci di agire.
Oltre alla forma visiva e all’approfondimento dei temi e dei personaggi, Undone è interessante soprattutto per il modo in cui si attraversano generi diversi tramite un particolare gioco di prospettive. Il punto di vista dello spettatore, infatti, coincide, quasi sempre, con il punto di vista di Alma: si tende ad empatizzare con lei, poiché si accorda fiducia alle sue allucinazioni. A tratti, però, si insinua dolorosamente il sospetto che la ragazza abbia effettivamente bisogno delle cure che le vengono proposte.
Il fantasioso viaggio immaginario di Alma diventa, allora, la rappresentazione drammatica e commovente di una mente che sta andando alla deriva, lontana da tutti e da tutto. Si percepisce un vero e proprio cambiamento di genere, dal fantastico al drammatico, specialmente nell’episodio 5, Affrontare tutto da sola. Sono gli altri a non comprendere i poteri di Alma o è Alma che sta impazzendo? Alma è l’eroina di un racconto fantascientifico o una malata di mente? Alla fine nessuno ha ragione e nessun genere costituisce la chiave di lettura definitiva della storia. Il punto di vista di Alma e quello delle persone che la circondano si annullano vicendevolmente, mostrando l’uno i limiti dell’altro.
In Undone, inoltre, si rappresentano punti di vista culturali diversi che vengono evidenziati nelle loro criticità tramite il reciproco confronto. Il fantasma del padre attribuisce ad Alma gli stessi poteri degli antichi sciamani e introduce, in questo modo, una riflessione veramente originale sull’interpretazione culturale della malattia mentale. Per gli sciamani l’individuo che ha allucinazioni è un dono per la società ed è in grado di accedere a livelli della realtà altrimenti interdetti. La capacità visionaria di Alma è rappresentata sotto forma di una vista più sviluppata del normale, a tratti oracolare: Alma vede più di ciò che vedono gli altri e i suoi occhi, non a caso, sono grandissimi ed espressivi.
A questa vista eccezionale, però, si accompagna la sordità, che simboleggia una chiusura costitutiva nei confronti del mondo esterno. Se adottiamo il mindset culturale della società occidentale contemporanea, abbiamo l’impressione che Alma percepisca la realtà e gli altri in modo patologicamente distorto. Quando subentra questa consapevolezza, Alma appare come una persona delirante e schizofrenica che è erroneamente convinta di possedere poteri particolari e di essere destinata ad una missione fuori dal comune. Ogni volta in cui sceglie di ascoltare il fantasma del padre, Alma si allontana sempre più da chi la circonda e si dissocia dalla realtà. «Happiness can be just an escape» le dice il padre, per rapirla dal mondo degli affetti quotidiani. Seguire fino in fondo le proprie allucinazioni significa, infatti, rinunciare ad una relazione con gli altri e con la realtà.
Undone, comunque, nonostante la tematica, scivola via con leggerezza, grazie all’atmosfera onirica, alla bellezza delle animazioni e anche alla breve durata degli otto episodi. Una volta terminata, si ha immediatamente voglia di rivederla, ma non si sente il bisogno di una seconda stagione, nonostante il finale aperto. Undone, infatti, si attorciglia su sé stessa, resta all’interno del viaggio mentale della protagonista, senza la necessità di decretare quale sia la verità.
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