
Capire Wes Anderson attraverso i migliori videosaggi disponibili in rete
Simmetria, dettagli, personaggi malinconici e tanto colore: fra tutti gli autori cinematografici contemporanei, Wes Anderson è senza dubbio uno di quelli più capaci di imprimere un’impronta personale su ogni sua pellicola. Nato a Houston, nel Texas, il primo Maggio 1969, quello che viene spesso definito il “regista più hipster di Hollywood” ha diretto ad oggi dieci lungometraggi, di cui due di animazione e otto in live action. Il suo prossimo film, The French Dispatch, rimandato di un anno a causa della pandemia, sarà presentato al Festival di Cannes 2021. Nell’attesa, analizziamo nel dettaglio il suo stile inconfondibile attraverso una serie di 7 videosaggi disponibili in rete. I video presentati nell’articolo si occupano di evidenziare i caratteri principali della regia e delle sceneggiature di Anderson, dalle tipiche panoramiche e inquadrature simmetriche all’uso del colore e alla scrittura dei personaggi.

L’evidenza dell’artificio
In questo video Thomas Flight, giovane regista e autore di videosaggi attivo su YouTube e sui vari social, analizza approfonditamente lo stile visivo di Wes Anderson, scomponendone gli elementi e spiegandone la funzionalità all’interno della filmografia dell’artista. Tra gli elementi stilistici che vengono sviscerati nel video troviamo scelte registiche come la composizione planimetrica, le panoramiche a schiaffo, la presenza di narratori e voice over che spesso dotano le storie di una struttura a matrioska. Tutte tecniche che vanno ad evidenziare la presenza di un’istanza narrante dietro l’organizzazione della pellicola. Perché Wes Anderson non tenta mai di nascondere l’artificio dietro alla creazione di un film: al contrario, lo evidenzia in ogni modo, facendo di questo il punto nucleare della propria produzione artistica e rigettando il naturalismo in favore di un’estetica fiabesca e palesemente costruita. Questo approccio metanarrativo, che ad ogni inquadratura ricorda allo spettatore il fatto di trovarsi di fronte a una storia di finzione, è una conseguenza dell’esplicito amore del regista per l’atto della narrazione. Se il video dovesse risultare indisponibile, raggiungetelo tramite questo link.
Capire Wes Anderson: il colore
In questo videosaggio, realizzato dal canale YouTube dedicato al cinema StudioBinder, gli autori si concentrano sull’insolito uso del colore che il regista adotta nelle sue pellicole. Se la logica vuole che colori chiari e vividi siano associati a situazioni positive e viceversa per quanto riguarda i toni scuri, Anderson sovverte questa regola, scegliendo di utilizzare quasi sempre colori pastello e luminosi – come il giallo, il rosa, il rosso – nonostante le trame dei suoi film, raccontate in chiave leggera, tocchino temi profondi e spesso cupi. Una simile scelta, oltre a caratterizzare esteticamente i suoi film, si sposa perfettamente con la bipolarità dello stile del regista, che inserisce con frequenza momenti umoristici all’interno di situazioni altamente drammatiche, dando vita a commedie intime dal sapore amaro. Se il video dovesse risultare indisponibile, raggiungetelo tramite questo link.
Messa in scena e musica
In questo mini documentario l’autore Paul Waters contestualizza l’opera di Wes Anderson fornendo alcune informazioni sulla sua vita per poi tentare di dare una visione globale del suo stile di regia. Per fare ciò, Waters si concentra sulla gran quantità di oggetti feticcio presenti nei film di Anderson e sulla loro importanza simbolica, nonché sulla meticolosità estetica di cui il regista ha dato prova anche nella direzione di pubblicità per svariati marchi. Per finire, l’attenzione si sposta sulla scelta delle musiche, spesso costituite da brani di gruppi britannici degli anni Sessanta.
Prospettiva centrale e riprese dall’alto
La maniacalità di Wes Anderson è evidente nel largo utilizzo che l’artista fa della prospettiva centrale, grazie alla quale riesce a mantenere una simmetria quasi perfetta nella maggior parte delle inquadrature; per dare alle immagini la composizione planimetrica di cui ci parlava Flight nel primo dei video essay qui proposti, inoltre, egli inquadra spesso i suoi soggetti dall’alto. Nei seguenti video Kogonada, regista americano di origine sudcoreana che ha debuttato nel 2017 col film Columbus e noto per le sue video analisi sul cinema e la serialità, evidenzia queste due tendenze di Anderson montando una serie di inquadrature tratte da ciascuna delle sue pellicole.
Capire Wes Anderson: i personaggi
Ma se finora ci siamo concentrati principalmente sullo stile visivo, un altro elemento particolarmente degno di attenzione nell’opera di Wes Anderson è la scrittura dei personaggi. Questi sono spesso apparentemente eccentrici e caricati all’inverosimile nelle loro peculiarità, ma dimostrano una varietà di sfumature ed emozioni che li rende umani e grazie alla quale lo spettatore è portato ad empatizzare facilmente con loro. I personaggi di Anderson si trovano tutti a sperimentare un qualche tipo di perdita o trauma che non permette loro di andare avanti nel cammino esistenziale, e che viene generalmente superato prima della fine della narrazione. In questo videosaggio, realizzato dal canale YouTube Jack’s Movie Reviews, l’autore analizza i protagonisti delle varie pellicole dividendoli in tre fasce d’età – infanzia, età adulta e vecchiaia – e ponendo l’accento sul viaggio interiore, spesso accompagnato da un viaggio fisico, che ognuno di loro compie nell’arco della trama.
I Tenenbaum
Per concludere, una video analisi del primo successo commerciale del regista, The Royal Tenenbaums (2001). La pellicola ci proietta all’interno di una famiglia disfunzionale newyorkese, raccontando della tentata riconciliazione da parte di un padre inadeguato (Gene Hackman) con i suoi figli (Gwyneth Paltrow, Luke Wilson e Ben Stiller), un tempo bambini prodigio divenuti poi adulti depressi e nevrotici. L’autore del video, il critico Matt Zoller Seitz, ne ha realizzati molti altri inerenti Anderson, coprendo quasi tutti i suoi film: potete trovare le altre analisi qui.
Citando Seitz, “siamo tutti dei Tenenbaum”. Ma siamo anche un po’ ciascuno dei personaggi di Wes Anderson, con le loro insicurezze e la loro fragilità, la loro ironia e il loro coraggio: protagonisti di commedie agrodolci e drammi divertenti, persone reali inserite in un mondo fantastico meravigliosamente confezionato, come può essere quello visto dagli occhi di un bambino.
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