
#PFF2019 – The Sound of Unexpected Death
English version below.
Per quest’edizione Birdmen è media-partner del Pentedattilo Film Festival, il festival internazionale di cortometraggi che si svolge a Pentedattilo (Reggio Calabria) dal 19 al 22 settembre. Qui le nostre recensioni in anteprima. Una selezione di sei elementi della redazione comporrà la giuria per la Sezione Thriller. Leggi cosa è successo durante l’edizione precedente!
Intrecci di persone, di luoghi e di suoni: i passi sui marciapiedi di una anonima cittadina danese, il motore di un autobus, il brusio urbano della notte. Senza tralasciare la musica dei locali e le voci delle persone, sono perlopiù i rumori della vita di tutti i giorni a caratterizzare l’ambiente sonoro di The Sound of Unexpected Death (2018), di Alexander Sagmo; ma qualcosa turba questa atmosfera quotidiana: in lontananza si avvertono dei colpi d’arma da fuoco sparati a raffica. Questo è il suono che lega indissolubilmente i sei scenari che si snodano lungo i 30 minuti di durata del “cortometraggio”.
Il film di Sagmo è davvero molto articolato e possiede diversi pregi. Il più evidente è senz’altro la ricchezza del sonoro – curato da Eske Nørholm – che riesce a replicare la complessità della struttura narrativa attraverso sfumature significative nella differenziazione degli ambienti. Di pari passo si muove la fotografia, curata da André Hansen, che deve rendere giustizia sia ad esterni prevalentemente notturni, sia a interni domestici molto freddi e asettici, passando anche attraverso momenti “psichedelici” nelle scene in discoteca. Sagmo – che è anche sceneggiatore – crea un intreccio drammatico basato sulla decostruzione dell’unità narrativa: tutte le micro-narrazioni che vediamo sono collegate tra loro, ma senza un nesso di causa-effetto. Le narrazioni, alla fine, convergeranno e solo lì ritroveranno l’unità perduta.
Il film è particolarmente interessante anche per la densità tematica e la ricchezza di riferimenti cinematografici che dialogano efficacemente. Freddezza, alienazione, incomunicabilità, violenza psicologica e fisica sono i tratti ricorrenti del mondo adolescenziale tratteggiato da Sagmo. Le inquietudini e i disagi giovanili vengono analizzati nel loro ampio e contraddittorio contesto. Tali caratteristiche narrative e tematiche avvicinano molto The Sound of Unexpected Death a illustri precedenti nel cinema contemporaneo, come per esempio: Elephant (2003) di Gus Van Sant e Polytechnique (2009) di Denis Villeneuve. Per altri versi, l’atmosfera di assuefazione tecnologica che attraversa il film sembra richiamare in modo scoperto Black Mirror.
Il finale merita una riflessione a sé stante che riassuma quanto detto finora. Il sound di spari che attraversa regolarmente il film lascia percepire un’azione che sta accadendo e che non possiamo vedere. Solo nel finale ci viene concesso di osservare qualcosa: non la sparatoria, ma la strage, la conseguenza diretta di quell’azione. Se fino a questo momento il registro mimetico è stato monolitico, ora subentra bruscamente un registro onirico. Una plongèe rivela i corpi distesi nel sangue in una composizione estetica tanto raffinata, quanto grottesca. Accompagna questa visione terribilmente lirica e macabra una sinfonia di suonerie dei “black mirrors” illuminati, che squillano vivaci in mezzo all’orrore e alla morte inaspettata. Un magistrale esempio di “sublime negativo“, di fronte al quale si rischia di provare un’esperienza estetica piacevole insieme all’orrore.
The Sound of Unexpected Death by Alexander Sagmo
With this edition Birdmen is media-partner of Pentedattilo Film Festival, the international short movie festival held in Pentedattilo (Reggio Calabria) from Sept. 19th to Sept. 22nd. Here is the preview of our reviews. Six of our editors will form the jury of the Thriller section. Read what’s happened last year!
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