
Una fenice di tre minuti: intervista a Rodolfo Gusmeroli
Siete mai vissuti nel buio più totale? No, non mi sto riferendo alla semplice assenza di luce; quello che sto chiedendo è: sapete cosa vuol dire inconsapevole, completa alienazione dal mondo e da sé stessi?
La fenice, anche nota come Araba fenice o Uccello di fuoco, è una creatura mitologica, nota per la sua capacità di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte. Fenice è anche il titolo del cortometraggio che ha trionfato nella Sezione Giovani alla prima edizione del Concorso internazionale di cortometraggi ‘Cinema e inconscio’, indetto dall’Associazione internazionale ontopsicologia. La celebrazione, avvenuta tra il 20 e il 23 luglio 2017, ha avuto luogo nel comune umbro di Campello sul Clitunno, in provincia di Perugia.
Le lancette, dita crudeli, continuavano a schiacciare i minuti, come fossero insetti. Provai, lo giuro, provai davvero a staccare gli occhi da quella che, improvvisamente, sembrava esser diventata la prova tangibile della mia passività. Quanti giri doveva aver compiuto quel dannato orologio! Quanti minuti avevo sprecato senza sentir qualcosa?
Per questa prima edizione il tema del Concorso è stato Live to be, e Fenice (scritto da Federica Di Flumeri) ha per certo centrato l’obiettivo: in poco più di tre minuti lo spettatore è trasportato letteralmente dal buio alla luce; dal travaglio di un protagonista senza nome (interpretato ottimamente dal fotografo e attore Paolo Talamonti) – con cui forse non è così difficile empatizzare – alla sua prise de conscience.

Ad accompagnarci sono le immagini ieratiche di una natura incontaminata e potente, viva; un’origine primigenia al quale il protagonista fa ritorno, ritrovando sé stesso. Un voice-over continuo veicola la riflessione del protagonista, conducendoci, come per la fenice, dalla morte alla rinascita. Fenice racconta la parabola edificante di un singolo, con l’evidente pretesa d’aspirare a un messaggio più universale: un inno positivo, sociale. Le musiche – realizzate da Andrea Guarinoni – sostengono armoniosamente lo svolgimento del corto; nel quale, oltre alle brevi apparizioni di Vittoria Galante Proserpio e Marco Bottelli, vediamo un cameo anche del regista, Rodolfo Gusmeroli.
Ognuno di noi, fino all’ultimo alito di vita, ha la possibilità di realizzare se stesso, di seguire la strada più pura, la strada originaria: tutto sta nell’iniziare.
Figlio di una pittrice, Rodolfo Gusmeroli, appena ventenne, è un giovane regista emergente (e grafico), cresciuto ad Arona, sul Lago Maggiore. Ci ha raccontato di essersi avvicinato alla Settima Arte durante il liceo (soprattutto grazie ai film di Tarantino), dopo aver vissuto una grande passione per il disegno e il fumetto. Come spesso accade, Rodolfo inizia in giovanissima età le sue prime esperienze con la macchina da presa, realizzando con mezzi amatoriali brevi video e clip musicali. Ora l’autore aronese, dopo un’ardua selezione, frequenta la Scuola di Regia alla Roma Film Academy, nei celebri Cinecittà Studios. Rodolfo ci ha spiegato che Fenice è stato il suo esordio alla regia, essendo il suo primo cortometraggio ufficiale. È stata un’impresa non da poco realizzarlo, tra location differenti (Lago Maggiore, Mottarone, Lago di Mergozzo), tempi strettissimi, nessun fondo a disposizione (o quasi), più persone da coordinare (provenienti da luoghi diversi), un infausto ritiro della patente (proprio quando si è diretti a girare) e la pioggia incessante (di certo non ottimale per le riprese esterne). Fortunatamente, col senno di poi, gli sforzi sono stati ripagati.
Rodolfo ha affermato che le sue influenze cinematografiche sono, com’è normale, plurime e disparate. Tra gli autori contemporanei apprezza molto registi come Guy Ritchie o Xavier Dolan, o gli italiani Gabriele Mainetti e Fabio Guaglione & Fabio Resinaro. Il giovane regista – che vorrebbe inserirsi in un filone cinematografico di satira sociale, di black humor “alla Coen” – s’è dichiarato propositivo verso la situazione della più recente “macchina del cinema italiano”, convinto che gli spazi ci siano, e che si stiano aprendo sempre di più anche agli autori emergenti.
La nostra speranza non può che essere questa: che giovani come Rodolfo, in Italia, possano avere la possibilità di fare della loro passione, del cinema, un lavoro.
Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna
Aiutaci a sostenere il progetto e ottieni i contenuti Birdmen Premium. Associati a Birdmen Magazine – APS, l‘associazione della rivista
[…] Rodolfo Gusmeroli, ad oggi, è alla post-produzione del suo prossimo mediometraggio: Sturling, un cinecomic tutto italiano – la cui uscita è prevista nella prima metà del 2019. Per saperne di più su questo giovane regista – che era già stato intervistato due volte da «Birdmen Magazine» –, clicca qui e qui. […]