
Tutti i vincitori di Sedicicorto International Film Festival 2020
Si è conclusa alle 15:00 di oggi anche la versione online di Sedicicorto Forlì International Film Festival, primo festival di corti a portare la sua selezione interamente in rete, grazie a MyMovies, dove ha fatto registrare 10.000 ore di visione e 30.000 utenti unici. Dopo l’offerta in presenza, conclusasi l’8 ottobre, il festival ha quindi chiuso anche sul portale italiano, annunciando tutti i vincitori di questa particolare edizione. Le recensioni che accompagnano la lista dei vincitori sono a cura di Vincenzo Borsellino, Giada Sartori, Maria Francesca Mortati e Carlo Maria Rabai.
Sedicicorto 2020, tutti i vincitori:
Di seguito i premi Luminor, le menzioni speciali delle varie sezioni e gli altri premi.
Sezione MOVIE:
LUMINOR: THE PRESENT
The Present, cui dedichiamo la copertina, è l’ultimo corto diretto da Farah Nabulsi, regista anglo-palestinese che sceglie proprio la Palestina come centro nevralgico delle sue opere. Una storia di confini o, meglio, di confino, che ruota attorno a un padre e una figlia che devono attraversare un checkpoint per andare a fare spese. Proprio il momento di passaggio diventa però una sorta di calvario per Yusef e sua figlia, costretti ad attendere ore sotto il sole prima di poter passare, con l’uomo costretto addirittura in gabbia. Un corto che racconta perfettamente le conseguenze della politica internazionale sui singoli cittadini e che, nel farlo, non dimentica di sottolineare le divergenze di vedute in campo israeliano. La dolcezza della bambina regala allo spettatore un finale toccante per una storia non banale sulla difficile questione palestinese. Carlo Maria Rabai

Menzione Speciale: BEBAAK
Sezione CORTITALIA:
LUMINOR EX AEQUO: SETTEMBRE e LA GRANDE ONDA
SETTEMBRE:
Tra i cortometraggi in concorso nella sezione Cortitalia colpisce Settembre, scritto e diretto da Giulia Steigerwalt e prodotto da Matteo Rovere per Groenlandia, con la partecipazione della InHouse. Il corto narra la storia di Maria e Sergio e della scoperta della loro sessualità, sullo sfondo di una Roma in pennichella pomeridiana, nei primissimi di Settembre. Un film delicato, ben scritto e raccontato, forte dell’esperienza ultradecennale da attrice e poi da sceneggiatrice della regista, il quale si inserisce nel filone della commedia sentimentale adolescenziale, alla Juno in sostanza. Puntuale la fotografia di Vladan Radovic, direttore della fotografia prolifico (La pazza gioia, Figlia mia, Il traditore), nel mostrare la stranezza di certi eventi della vita, che però possono diventare molto speciali se vissuti con le giuste persone. Vincenzo Borsellino

LA GRANDE ONDA:
«Tutto nasce da un’assenza dello Stato e dal fallimento della società politica che rischia di portare alla rovina e al decadimento culturale definitivo l’Italia». Così La Grande Onda di Francesco Tortorella riporta le parole lapidarie del giornalista Giuseppe Fava, ucciso a Catania il 5 gennaio 1984 dalla ‘Ndrangheta.
“La grande onda” del titolo è la mareggiata che colpì la città di Bagnara nel Capodanno del 1980, dopo la quale si rese necessario indire un appalto per la costruzione di un porto; ma è anche l’ascesa – negli anni Settanta – del boss Paolo De Stefano, e la conseguente trasformazione della ‘Ndrangheta in “La Santa”. L’incipit del cortometraggio, in voice over, presenta il contesto allo spettatore: tale ascesa – segnata da più di duecento omicidi in circa tre anni – permise all’organizzazione criminale di infiltrarsi in ogni trama del tessuto sociale. Lo stile di animazione, tra il 2D e il 3D, utilizza un forte contrasto di luci e ombre, dalle tinte seppia e dal sapore noir, che ben si adatta alla storia dell’uccisione di Gennaro Musella. A guidarci nella narrazione è anche la figlia dell’ingegnere, Adriana, e il suo cammino alla ricerca della verità. Maria Francesca Mortati

Sezione CORTOINLOCO:
LUMINOR: VOMAG
Nel corto di Riccardo Salvetti la storia vera di Hans Weidner, che riuscì a fuggire da Berlino Est tramite un vecchio autobus Vomag blindato con lastre di ferro tanto spesse da proteggere i passeggeri dal fuoco delle sentinelle. Proprio questo ariete a quattro ruote è protagonista di un corto che vince tutte le sfide tecniche che si pone e sceglie un interessante stile narrativo ibrido tra il documentario, la ricostruzione e l’autobiografia. Un altro modo di studiare la Storia attraverso l’esperienza di un manipolo di semplici cittadini che sfondarono il muro e si ritrovarono, liberi, a Berlino Ovest. Carlo Maria Rabai

PREMIO WOMANINSET CORTOINLOCO: GAS STATION
PREMIO REGISTA EMILIA-ROMAGNA DEL FUTURO: GIONA DAPPORTO (per Sam’s Castle)
Sezione ANIMALAB:
LUMINOR: DAUGHTER
Un premio che non stupisce quello a Daria Kashcheeva per il suo Daughter, un corto animato in stop-motion che unisce una tecnica innovativa a una storia di ricongiungimento padre-figlia dai toni cupi e dal forte gusto allegorico. Non è un caso se Kashcheeva ha vinto ad Annecy e Sundance, guadagnandosi una candidatura agli Oscar, perché se i suoi personaggi di cartapesta affascinano, la regia è ancora più potente: per la prima volta l’effetto di camera a mano viene introdotto in un corto stop-motion, giocando su uno stile documentaristico e di pedinamento che mai si era visto, per ovvie problematiche tecniche. Il vero pezzo forte della selezione animata composta da Sedicicorto 2020, imperdibile. Carlo Maria Rabai

Sezione EXPERIA:
LUMINOR: HOW TO DISAPPEAR
How To Disappear, cortometraggio realizzato da Total Refusal (dietro questo nome si nascondono Robin Klengel, Leonhard Müllner e Michael Stumpf), vuole parlare di guerra usando un pretesto inaspettato: il videoludico. Nello specifico al centro della narrazione si trova Battlefield V, sedicesimo titolo della serie di sparatutto Battlefield. I registi si domandano se la diserzione e la disobbedienza possano essere possibili in un universo creato apposta per riprodurre la guerra. Sta proprio nel riuscire a intrecciare con sapienza realtà e finzione il punto di forza di How To Disappear. Il cortometraggio, vincitore della sezione Experia, riesce in questo modo a rendere il tema della diserzione più comprensibile anche ai pubblici più giovani che meno colgono questi argomenti, ma che conoscono bene l’universo visivo a cui si riferiscono gli autori. Allo stesso tempo però How To Disappear riesce a non sminuire la serietà del tema trattato, preferendo offrire semplicemente un esempio distaccato parzialmente dalla realtà cruenta della guerra. Giada Sartori
Sezione NO+D2:
LUMINOR: ELECTRIQUE
Électrique, cortometraggio di François Le Guen vincitore della categoria NO+DI2, racconta nella sua brevissima durata una storia di disabilità motoria, che non cade nel dramma o nell’autocommiserazione, ma vuole più che altro essere un invito a prendersi una rivincita. Il protagonista (Olivier Pleindoux), costretto su una sedia a rotelle, inizia durante le sue passeggiate a sfidare dei passanti più o meno ignari in gare di velocità ed è disposto a tutto pur di vincere. La Parigi dipinta da Électrique è frenetica e caotica nella sua immacolata eleganza, ma allo stesso tempo è una città che non accetta lentezza. Per questo il protagonista si sente sempre più oppresso dai suoi ritmi e soprattutto dai mezzi usati dal suo acerrimo nemico, interpretato da Pierre-Léon Luneau (comparso in J’accuse di Polanski e Ford v. Ferrari di Mangold). Il delicato tema della disabilità motoria è trattato con umorismo e dolcezza grazie alla sceneggiatura curata da Adrien Percerou. Électrique è un prezioso inno al non arrendersi e al continuare a combattere nonostante tutto. Giada Sartori

Sezione ANIMARE:
LUMINOR: O28
Sezione IRANFEST:
LUMINOR FICTION: WEEKEND
Menzione speciale fiction: THE VISIT
LUMINOR ANIMAZIONE: THE ELEVENTH STEP
Menzione speciale animazione: GRANDPA WAS A ROMANTIC
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